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Il nodo borromeo come scrittura che supporta un Reale

Lacan dirà che la scrittura del nodo rende conto dell’esperienza analitica ed è in questo che radica il suo valore. Il nodo è una struttura matematica che gli serve per scrivere, in modo nuovo, le relazioni tra tre registri: Reale, Simbolico, Immaginario. Egli considera che la forma di scrittura più adatta per il nostro immaginario è quella di un «anello di corda» o meglio, di un toro. In ogni caso, per trattarsi di una scrittura, si situa come pura consistenza. Il toro ci permette di porre domande sul senso della parola “Reale”.  La consistenza, tra l’altro, permette ad ogni anello d’essere uno e che il nodo si sostenga in quanto tale.  I tre termini si definiscono a partire dal senso, che è esterno al nodo.

La scrittura è una messa a piatto di relazioni tra corde, i suoi percorsi, i suoi incroci sopra e sotto, attraverso tratti continui o interrotti. A sua volta, le diverse zone delimitate dagli incrocci stanno a rappresentare relazioni e combinazioni tra buchi che servono per scrivere in essi i diversi tipi di godimento: il godimento dell’Altro (JA) tra R e I; il godimento del senso (S2) tra I e S; il godimento fallico (JΦ) tra R e S. L’oggetto a si coloca nel buco centrale.   

Il godimento, per quanto riguarda la consistenza immaginaria, non può fare nient’altro che ex-sistere. L’ex-sistenza come tale si definisce, si supporta, con ciò che fa buco in ciascuno di questi termini: R.S.I. Essa è ciò che marca una dimensione d’esteriorità radicale tra i registri.