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Scrittura della domanda e del desiderio nel toro. La banda di Moebius

Sebbene il toro sia la forma intuitivamente più semplice da cogliere, nella superficie si possono articolare tipi di lacci circolari o giri, atti a raffigurare in parte la complessità della dinamica soggettiva. Due di loro sono stati già introdotti:

-Il cerchio generatore del toro, che rappresenta l’insistenza del significante e la domanda del nevrotico (D) “sucettibile di ripetersi indefinidamente, allo stesso modo e sempre diverso”. (p.140).

-La circolarità conclusa all’interno del toro, che è generata attraverso la ripetizione dei vari giri, non percepita dal soggetto e che “tratteggia” il desiderio inconscio (d). Tale desiderio è la metonimia della domanda (D). In altre parole, il desiderio è supposto nella ripetizione della Domanda e il soggetto ne segue le vie anche senza saperlo. 

-L’addizione dei due cerchi, che simbolizza la Domanda insieme al desiderio essente ad essa (D+d) rappresentabile nella banda di Moebius. È un tipo di lacio che parte dall’esterno del toro e lo avolge, ma senza passare attraverso il buco centrale. Questa figura topologica è una superficie unilatera, cioè, la banda esterna si continua nell’interna. Una delle sue proprietà, la non orientabilità, permette di introdurre alcune questioni cliniche, ad esempio:

-La concezione puramente immaginaria dell’aparato psichico come elemento “interno al soggetto”.

-Il trattamento da parte del nevrotico dei pericoli pulsionali “interni” come se fossero “esterni”, fuggendo (o meglio, illudendosi di fuggire) da essi attraverso la rimozione. Questo è rappresentato dalla ambiguità moebiana nella differenza tra esterno e interno.

-La non coincidenza, ma anche la continuità tra il desiderio e la Domanda.

-Dal punto di vista clinico, se dialetticamente il soggetto arriva in analisi a un vicolo discorsivo caratterizzato per l’uso del “...o...o”, bisogna cogliere l’implicazione del desiderio nella domanda, ovvero, se inclusivo o esclusivo (p. 141), il che implica anche considerare, negli imbrogli del transfert, il posto del soggetto rispetto all’Altro nella ripetizione, se come fallo che risponde o come domanda che pone all’Altro.

-Bisogna anche ricordare che nella clinica l’ambiguità dell’uso del termine “o” e anche del termine “oppure”, in logica sarebbe rappresentato dalla intersezione. In effetti, il rapporto tra il desiderio e una determinata intersezione implicante certe leggi, pone in relazione detta Domanda con il suo vuoto interno.

In sintesi, Lacan avvalendosi del toro come supporto necessario di scrittura a causa dell’eterogeneità presente nel campo del desiderio, cerca di simbolizzare i suoi costituenti e il rapporto con delle leggi, al fine di mettere in evidenzia che non si tratta di cogliere i punti in comune tra le due domande, ma di indicare che il desiderio si costituisce sul cammino di essa.