Sostenere la frustrazione
Citando a Ros Alvarez Mullner del 29/04/2020, 18:20
Il nevrotico si presenta in analisi esigendo da noi una risposta alla sua sofferenza, la soluzione a un malessere che non demorde o l’accesso a ciò che dice desiderare e non riesce mai a raggiungere. Pretendere di soddisfare la domanda, che generalmente parafrasea le forme più semplici ed incalzanti -“Mi dica come devo fare”, “cosa devo fare”- e non sostenere invece il punto di frustrazione radicale, potrebbe portare al degrado questa forma immaginaria, dove la risposta dell’analista sarà per il soggetto sempre insufficiente o approssimativa.
Cosa fare dunque con quest’inganno della domanda nel dispositivo analitico?
Ci sono due vie da percorre in relazione alla frustrazione: mettere in tensione il nodo con l’Altro attraverso cui il nevrotico cerca d’istituire il proprio desiderio; attraversare il cammino che va dalla frustrazione alla costituzione del soggetto nel desiderio. Perché accada, egli dovrà essere “rappresentato” -a detta di Freud, da un rappresentante rappresentativo- e cioè escluso dal campo stesso dove l’analista interviene, il registro Simbolico. Questo modo di organizzare i rapporti con il mondo, si costituisce nel soggetto da uno sdoppiamento e un misconoscimento sulla questione fondazionale della propria struttura, vale a dire, che da una parte il soggetto si accomoda al discorso Universale e dall’altra, alla marca significante in relazione alla pulsione e alla mancanza di risposta dell’Altro.Lo sdoppiamento tra enunciato ed enunciazione slitta nel discorso su due piani, fin quando si produce nell’analisi l’effetto di senso sulla domanda stessa e non su un tentativo di risposta, grazie al supporto della frustrazione della domanda da parte dell’analista.
Il nevrotico si presenta in analisi esigendo da noi una risposta alla sua sofferenza, la soluzione a un malessere che non demorde o l’accesso a ciò che dice desiderare e non riesce mai a raggiungere. Pretendere di soddisfare la domanda, che generalmente parafrasea le forme più semplici ed incalzanti -“Mi dica come devo fare”, “cosa devo fare”- e non sostenere invece il punto di frustrazione radicale, potrebbe portare al degrado questa forma immaginaria, dove la risposta dell’analista sarà per il soggetto sempre insufficiente o approssimativa.
Cosa fare dunque con quest’inganno della domanda nel dispositivo analitico?
Ci sono due vie da percorre in relazione alla frustrazione: mettere in tensione il nodo con l’Altro attraverso cui il nevrotico cerca d’istituire il proprio desiderio; attraversare il cammino che va dalla frustrazione alla costituzione del soggetto nel desiderio. Perché accada, egli dovrà essere “rappresentato” -a detta di Freud, da un rappresentante rappresentativo- e cioè escluso dal campo stesso dove l’analista interviene, il registro Simbolico. Questo modo di organizzare i rapporti con il mondo, si costituisce nel soggetto da uno sdoppiamento e un misconoscimento sulla questione fondazionale della propria struttura, vale a dire, che da una parte il soggetto si accomoda al discorso Universale e dall’altra, alla marca significante in relazione alla pulsione e alla mancanza di risposta dell’Altro.
Lo sdoppiamento tra enunciato ed enunciazione slitta nel discorso su due piani, fin quando si produce nell’analisi l’effetto di senso sulla domanda stessa e non su un tentativo di risposta, grazie al supporto della frustrazione della domanda da parte dell’analista.
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