Testo predisposto per la cattedra di formazione docente dell’Università di Palermo, Buenos Aires.
Una delle pratiche pedagogiche più rivoluzionarie in materia di educazione, in Argentina ci indirizza verso il lavoro di Olga Cossettini (1898-1987). Una maestra della provincia di Santa Fe che riuscì in un lasso di quindici anni a introdurre trasformazioni che segnarono la scuola tradizionale in via definitiva. L’esperienza Cossettini, portata avanti con sua sorella Leticia, dimostrò che un altro tipo di educazione era possibile. L’iniziativa si svolse in un villaggio di pescatori che, attraverso l’istruzione di un gruppo di insegnanti, accolse favorevolmente i postulati della Nuova Scuola. Questo tipo di educazione innovativa ricevette il nome di Escuela Serena, Nuova o Attiva e si sviluppò nel Centro Educativo N ° 69 della città di Rosario. La proposta pedagogica, sostenuta all’epoca dall’ex ministro dell’istruzione Mantovani, si basò su un insegnamento che concepiva i bambini come protagonisti del loro percorso scuolastico, concetto che sostituì la valutazione classica dei discenti come ricevitori passivi di un sapere standardizzato. In breve tempo, Cossettini ricevette numerosi riconoscimenti:
Nel 1940-1941, la maestra ottenne una borsa di studio dalla Fondazione Guggenheim degli Stati Uniti e nel 1946 fu parte integrante del gruppo che rappresentò l’Argentina nel Congresso americano degli insegnanti, tenutosi in Messico. Fu parte del Consiglio Direttivo della Commissione omaggio alla Legge 1.420, in qualità di Segretaria. Nel 1949 è stata nominata per tenere corsi di aggiornamento presso la scuola estiva cilena (Pettinari, Clarín, 2019).
Dopo essere stata dichiarata cessante per motivi politici (1950) ugualmente non si è fermata. Lavorò nella segreteria del “Collegio di Studi Superiori” di Rosario e fu ispettore di scuole a Santa Fe. Successivamente fu nominata consulente del Dipartimento di Estensione Universitaria dell’Universidad Nacional del Litoral e Direttore delle scuole della provincia di Buenos Aires. I suoi successi sono arrivati in Francia e in Inghilterra. Inoltre, lavorò come delegata ufficiale del Congresso sulla pianificazione dell’istruzione dell’UNESCO e fu eletta in seguito “Esperta nella formazione d’insegnanti” in Honduras.
Educare alla libertà
In un paio di conferenze tenute nelle città di Rosario e Resistencia (1947), Cossettini partecipò con un testo di sua autoria intitolato “Pedagogia della perversità” il quale sintetizza in modo sucinto un frammento importante della propria concezione riguardante il lavoro e il ruolo del docente. In particolare, considerava l’insegnamento come parte fondamentale della lotta per la salvaguarda dello spirito democratico dei popoli. Cossettini riteneva necessario difendere il bambino dall’obbedienza relazionata all’indotrinamento e alla violenza e impedire che egli venisse manipolato come uno strumento di dogmi politici per i quali risulta sempre pericolosa un’istruzione orientativa degli individui nella ricerca della propria verità. Per fare ciò, gli insegnanti dovevano proteggere il sentimento di libertà e combattere qualsiasi principio che avesse la pretesa di eliminarlo. Riteneva che ogni scuola che fa pensare crea problemi. Cossettini affermava che “la scuola e l’insegnante hanno il dovere di non tradire il popolo, educando i bambini in altri principi che non siano quelli della liberazione dell’uomo: liberazione dal timore, dal bisogno, dalle credenze e dall’informazione manipolata” (2006, p.10). Di fatto, respinse qualsiasi tipo di segregazione e promosse l’uguaglianza tra bambini provenienti dai contesti più diversi, rafforzando l’accettazione della pluralità intellettuale, sociale, economica e politica.
La scuola senza file né campane
L’educazione nuova è un sistema in movimento che considera il bambino come unità vitale e l’azione educativa un elemento integrante della società umana con norme e leggi proprie, prodotto di un tempo storico. Luzuriaga sostiene che “ogni popolo, epoca e persino ogni generazione hanno una sua concezione educativa” (1967, p.14). Le idee e i metodi dell’educazione nuova sono nati in modo asistematico e spontaneo, senza una teoria pedagogica conclusa e che “aspira a formare l’individualità umana all’interno della comunità, in un ambiente di libertà, attraverso l’attività” (p.29). In ogni caso, si potrebbero riconoscere alcune idee essenziali di base: attività, vitalità, libertà, individualità e collettività.
Nel film documentario La scuola della maestra Olga (Piazza, 1987) le idee e proposte pedagogiche promosse da Cossettini sussistono manifestamente nelle testimonianze dei suoi ex studenti. Le storie coincidono in ciò che significò per loro assistere a scuola. Si trattò di una esperienza di apprendimento felice, in cui allo stesso tempo lo spirito del bambino si articolava con la comunità e tra i pari; il sociale diventava rilevante. L’eliminazione delle barriere tra la scuola e la comunità, con la conseguente disposizione di uscite nel vicinato, ha spinto gli studenti ad imparare da ciò che li circonda, dalla loro gente, dalla morfologia del territorio. S’incoraggiava l’istruzione esperienziale prescindendo dal testo unico “che rende il bambino un cieco mentale”.A tal fine, le chiamate “occupazioni attive” di Dewey, orientate all’acquisizione di idee e all’apprendimento di questioni fondamentali per il bambino, si articolavano nella scuola della maestra Olga attraverso le varie attività incorporate nel curriculum. Ad esempio, si abilitò un laboratorio per eseguire esperimenti in modalità diretta; si accoglievano le visite di scrittori, artisti ed intellettuali di ogni tipo con i quali scaturiva un variegato scambio di idee, criteri e sentimenti; ogni studente doveva trovare la propria forma espressiva e lo faceva attraverso la narrativa, la recitazione, la scrittura o la pittura; si tenevano settimanalmente concerti di musica classica dove ogni bambino portava il proprio seggiolino e aspettava l’inizio dello spettacolo. La maestra Olga presentava l’attività e forniva al pubblico scolastico la biografia degli autori. Successivamente, si invitavano gli allievi a scrivere sull’esperienza. Quotidiamente, la musica indicava anche il tempo di ricreazione e il suo silenzio, la finalizzazione. Indubbiamente, la scuola serena si organizzava con canoni diversi da quelli tradizionali.
La Scuola Nuova all’Università?
Il patrimonio ideologico della Liga Internazionale dell’Educazione Nuova è costituito da valori universali che potrebbero essere applicati all’istruzione del soggetto in ciascuna disciplina, sottolineando punti diversi a seconda dell’età. Alcuni di questi sono: la supremazia dello spirito; lo sviluppo dell’individualità; il libero corso degli interessi innati; la disciplina personale e collettiva; la cooperazione e coeducazione tra i sessi; i doveri verso il prossimo, la nazione e l’umanità. Se si tiene conto dell’organizzazione universitaria secondo il paradigma dell’Educazione Nuova, risulta di fondamentale importanza non basare la formazione dello studente su un sapere enciclopedico e lontano della contemporaneità. Il dialogo tra teorie e la loro applicazione nel sociale deve essere costante, così come articolato nelle nuove discipline. La concentrazione univoca del sapere condiziona l’arricchimento intellettuale e creativo del soggetto. D’altra parte, la libertà d’espressione di idee di ogni tipo risulta essenziale per lo sviluppo della singolarità della persona e della capacità di giudizio e ragionamento, al fine di raggiungere uno sviluppo orientato verso la specializzazione del ramo di studio che esalti il potenziale di ogni studente.
- Author: Dott.ssa Rosana Alvarez Mullner
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Luzuriaga, L. (1967), La educación nueva, Biblioteca del Maestro, Buenos Aires, Losada.
- Cossettini, O. (2006), Pedagogía de la perversidad, Argentina, texto del año 1947 establecido por Laura Cossettini.
- Marín Ibáñez, R. Los ideales de la escuela nueva, Argentina, Monografía.
- https://www.clarin.com/cartas-al-pais/olga-cossettini-docente-cesanteda-peron-hizo-temblar-pilares-pedagogia_0_31EyCizIM.html (Autora: María Pettinari – última vista: 19/05/2019 – Clarín).
- Piazza, M. (1987), Cine documental, La escuela de la señorita Olga. https://www.youtube.com/watch?v=dickS5E66ZQ
- Pauls, G. (2013), Entrevista a Mario Piazza, Canal Encuentro. https://www.youtube.com/watch?v=0OAPVQWyBEk
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